NPX_pacbomb |
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| Eccolo finalmente, la nuova era di motornstorm!!!
Se è vero che la serie si è sempre vantata di proporre un’esperienza corsistica spettacolare e sopra le righe, quest’ultimo capitolo abbraccia tale filosofia senza più compromessi: i veri protagonisti di Apocalypse non sono i mezzi, a dire il vero piuttosto anonimi e predefiniti, bensì i tracciati. I designer si sono letteralmente sbizzarriti nell’immaginare percorsi urbani originali, condendoli con una distruzione a 360 gradi: correrete tra i tetti di palazzi in crollo, tra i binari della metropolitana, sulle vie di una tipica Highway e attraverso un Golden Gate in procinto di piombare in mare, senza contare una spettacolare fuga dallo Tsunami con il cielo rischiarato solo dai lampi della tempesta. Percorsi alternativi e spettacolari eventi scriptati – sottolineati da una telecamera dinamica attivabile alla pressione di un tasto in prossimità dei crolli più spettacolari – renderanno ogni gara imprevedibile ed adrenalinica, una vera e propria fuga a rotta di collo dalle ire della natura. Per quanto in quest’ultima caratteristica si possa trovare più di un’affinità con Split Second: Velocity, la filosofia alla base è completamente differente: data la grandissima quantità di eventi distruttivi che costellano ogni gara, padroneggiare la guida in Apocalypse diventa una questione di puri riflessi più che di imparare le peculiarità dei tracciati. Conseguentemente, i moltissimi percorsi alternativi che vi si presenteranno si riveleranno ottimi per sfruttare al massimo l’elemento improvvisazione. E’ altresì una presa di distanze non indifferente dai precedenti capitoli, laddove qualsivoglia strategia viene meno in favore di un’esperienza di guida “mordi e fuggi”, dove l’istinto ed un po’ di fortuna saranno le basi migliori per giungere indenni al traguardo. L’impostazione assolutamente lineare del Festival apre anche ad un limite evidente soprattutto da metà gioco in poi: trattandosi di una sequenza di eventi non modificabile, all’aumentare del livello di difficoltà (passibile tra l’altro di alcuni picchi non indifferenti) vi troverete costretti a ripetere la stessa gara fino al piazzamento utile a qualificarsi, senza alcuna alternativa a rendere il progresso più morbido e vario. Non eccezionale purtroppo la longevità: per quanto gli eventi non siano pochi, la mancanza di bivi e la facilità della prima metà vi porteranno alla fine del Festival in un massimo di otto ore, lasciandovi poi alla raccolta dei collezionabili (sotto forma di carte sparse nei circuiti), agli eventi extra (riproposizioni di gare con difficoltà aumentata o tempo limite) ed al comparto online: un’offerta buona ma non eccezionale, soprattutto considerata la linearità di fondo.
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